mercoledì 8 luglio 2020

SBORNIA DA SMALTIRE

BorsaProf
08/07/2020 09:00

Dopo 5 sedute di rialzo consecutive la cosa più naturale di questo mondo sarebbe una pausa di riflessione. I commentatori dei media finanziari, influenzati dalle esigenze del “sistema”, chiamano “consolidamento” queste situazioni, in cui i mercati arretrano un po’ dalle vette appena toccate. Personalmente non sono molto d’accordo con questa definizione. “Consolidamento” evoca una situazione da cui si dovrebbe uscire più forti di prima. Invece un arretramento, per quanto piccolo esso sia, è pur sempre un evento che toglie qualcosa, per cui la parola esatta per definirlo dovrebbe essere “indebolimento”. Ma, si sa, l’approccio degli addetti alla divulgazione delle notizie e degli addetti alla consulenza al popolo, che dall’entusiasmo della massa hanno solo da guadagnare, è sempre improntato all’ottimismo, e questo si vede anche nei termini usati per definire le discese di borsa.
Proviamo a pensarci: i cali lievi vengono chiamati “consolidamenti”, quelli più seri “correzioni”, mentre le perdite gravi sono chiamate “volatilità”. Un’accurata scelta delle parole che cerca di evitare il panico dei risparmiatori minimizzando sistematicamente la portata di quanto succede. Per trovare un termine preoccupante bisogna che arrivino i veri e propri crolli, per definire i quali si usa spesso il termine “terremoto”. Questo termine è finalmente calibrato alla gravità della situazione, che non può essere edulcorata per non cadere nel ridicolo, ma a ben vedere è un termine “deresponsabilizzante”, poiché evoca un evento imprevedibile e senza responsabili e predispone il popolo ad accoglierlo in modo fatalistico e ad attendere composto che il tempo rimuova le macerie.
Ieri abbiamo assistito a quello che i media di oggi definiranno “consolidamento”. Un arretramento inferiore al punto percentuale per le borse europee ed il Nasdaq100 (il nostro Ftse-Mib ha chiuso addirittura quasi invariato) o di poco superiore per SP500 e Dow Jones. Niente di cui preoccuparsi, secondo la tradizionale narrazione compiacente.
Però, guardando all’andamento del future su SP500, ho avuto l’impressione che i rialzisti abbiano significative perplessità ed i venditori stiano prendendo il centro del ring, attuando prese di profitto più che giustificate dalle 5 sedute di rialzo consecutive da portare a casa.
Infatti il guizzo notturno, dovuto alla continuazione del rialzo cinese, si è spento man mano che in Cina gli indici arretravano dai massimi euforici raggiunti con la galoppata rialzista delle ultime sedute. Nel pomeriggio, dopo l’apertura delle contrattazioni azionarie a Wall Street, i compratori hanno tentato di fugare le perplessità riportando il future sull’indice principale fin quasi ai livelli della notte precedente. Ma non ci sono riusciti, perché prima dei massimi precedenti i venditori hanno ripreso il sopravvento, causando l’arretramento dei valori sui minimi di giornata (-1,08%) ed al di sotto della resistenza di 3.155 punti, attorno alla quale si è ballato per 3 sedute. Meglio è andata al Nasdaq che ha migliorato ancora una volta il suo massimo storico, anche se non ha potuto resistere alle vendite finali ed ha collezionato un segno negativo (-0,75%), ma con minimi e massimi crescenti.
Torna oggi d’attualità la necessità di guardare in basso, verso i supporti. Non per la Cina, che anche oggi colleziona sull’indice CSI300 un ulteriore balzo superiore al punto percentuale e porta a 7 le sedute rialziste consecutive e a 14 i rialzi delle ultime 15 sedute.
Probabilmente per i mercati occidentali, che sembrano aver perso parecchia dell’euforia dei giorni passati. Oltretutto il mercoledì è spesso giorno di inversione di tendenza. Se così sarà è l’area 3.110 del contratto Future a fare da diga per contenere le vendite. Se dovesse cedere è presumibile un’accelerazione ribassista che avrebbe quota 2.990 come primo obiettivo.
Stiamo a vedere, anche se l’incapacità di scavalcare senza ripensamenti la resistenza di 3.155 non testimonia grandi convinzioni da parte dei compratori.
Diciamo che, se non avrei dubbi a comprare una correzione cinese, quando verrà, ne avrei molti di più a comprare nuovamente l’indice americano sui supporti poco sotto quota 3.000, qualora venissero ritestati.
La virulenza del Coronavirus sta portando danni non indifferenti al tentativo di ripresa in parecchi stati americani molto popolosi. I dati macroeconomici, che nelle scorse settimane evidenziavano spesso sorprese positive e facevano sperare nella rapida ripresa dell’economia dopo la rimozione di gran parte dei  lockdown, potrebbero nelle prossime parlare un linguaggio di nuovo cupo, dato che molti governatori stanno ripristinando le chiusure. Oltretutto i sistemi sanitari di Texas, Arizona e California si avvicinano al collasso, mentre Trump, per combattere il virus, non è riuscito a trovare di meglio che confermare l’uscita il prossimo anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a suo dire troppo filo-cinese.
Intanto ieri il contrappasso dei negazionisti ha colpito anche il sovranista brasiliano Bolsonaro, risultato positivo al tampone, come Boris Johnson ad aprile.
Non voglio fare l’uccello del malaugurio, ma mi chiedo come i mercati finanziari prenderebbero l’annuncio di una eventuale positività al virus anche di Donald Trump, altro negazionista eccellente. L’evento non è impossibile, dato che il suo staff e la sua famiglia ultimamente hanno avuto diffusi contatti con persone positive ai tamponi.
Dopo che il virus ha fiaccato la popolarità del Presidente Bullo, se ne fiaccasse anche la salute, i mercati perderebbero un potente alleato e dovrebbero scontare una vittoria sempre più probabile dei democratici alle Presidenziali, nonostante la candidatura del pigro Biden, che, chissà perché, viene considerato nemico dei mercati. Io credo che semplicemente non sappia che cosa sono.