La Redazione Articolo pubblicato il 21/04/2020 08:00:00
“Lo spazio di stoccaggio è troppo pieno e gli speculatori non comprano questo contratto e le raffinerie stanno lavorando a ritmo ridotto a causa del coronavirus. Le speranze che questa situazione cambi in 24 ore sono decisamente poche…” (Phil Flynn, analista presso Price Futures Group).
La giornata di ieri è senza dubbio una di quelle che entrerà nella storia: per la prima volta i prezzi del petrolio sono scivolati in territorio negativo… Quanto accaduto ha lasciato di stucco molti operatori di settore, dai traders ai commercials, anche se, ad onor del vero, dobbiamo precisare che ormai da tempo si parla del possibile palesarsi di un evento di questo tipo, tant’è vero che in numerose occasioni abbiamo discusso di questo argomento proprio negli articoli pubblicati quotidianamente sul nostro portale.
A questo punto, lasciamo da parte le congetture ed andiamo ad esaminare quello che è successo nella sessione di ieri, leggendo anche il parere di alcuni veterani dei mercati, tra cui i noti Phil Flynn e John Kilduff.
Lunedì 20 aprile 2020: una giornata che entrerà nella storia
Nella giornata di ieri, lunedì 20 aprile 2020, per la prima volta nella storia i futures sul WTI sono scesi in territorio negativo collassando sotto il peso dell’eccesso di offerta globale che ormai da tempo flagella il settore: la retorica lascia il posto ai numeri, ed i numeri sono impietosi e ci mostrano un contratto maggio 2020 che termina gli scambi a -37,6 dollari per barile!
La domanda che in molti si pongono, negli USA, è se questo calo influenzerà i prezzi alla pompa, ma siamo di fronte a qualcosa che non è mai accaduto in precedenza, ragion per cui anche gli esperti di settore non si sbilanciano, ed i commenti e le dichiarazioni a questo proposito sono praticamente assenti.
Quel che è certo è che le misure implementate dai governi al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus stanno trattenendo miliardi di persone nelle loro abitazioni, e questa immobilità ha letteralmente distrutto la domanda di greggio in tutto il mondo, causando l’eccesso di offerta a cui abbiamo accennato in apertura.
Grafico WTI by Tradingview
Il primo a rilasciare un commento è John Kilduff, veterano del mercato petrolifero e partner dell’hedge fund Again Capital di New York: “Normalmente questo - un petrolio a prezzi contenuti - stimolerebbe l’economia globale, normalmente potrebbe tradursi in un 2% extra nel PIL, ma ora non conta, perché nessuno investe denaro nei carburanti”.
Più cauta nei commenti è Louise Dickson (analista di settore presso Rystad Energy) che afferma: “È come tentare di spiegare qualcosa che non è mai accaduto prima e che ai nostri occhi appare totalmente irreale: a questo punto un fallimento od una costosa chiusura delle operazioni potrebbero essere opzioni più convenienti per i produttori, in quanto eviterebbero di pagare decine di dollari per sbarazzarsi del loro prodotto”
I raffinatori stanno elaborando una quantità di greggio nettamente inferiore alla norma, ragion per cui centinaia di milioni di barili prodotti non hanno avuto uno sbocco commerciale e sono stati inseriti nei siti di stoccaggio che già ora sono quasi al limite della saturazione; i commercianti, inoltre, hanno noleggiato navi cisterna al fine di stoccare il greggio, e su questi vascelli trovano attualmente posto circa 160 milioni di barili di petrolio, ed anche in questo caso siamo di fronte ad un record storico.
Nella settimana terminata il 17 aprile 2020 le scorte presso l’hub di Cushing, Oklahoma, sono aumentate del 9% a quota 61 milioni di barili, un altro elemento che ci mostra la gravità della situazione in essere (fonte dato Genscape).
Futures: la grande fuga
Gli investitori si sono liberati dei contratti “maggio 2020” prima della reale scadenza del contratto a causa della scarsa domanda di petrolio fisico: questo è accaduto perché quando un future scade, coloro che ne sono in possesso devono decidere se accettare la consegna - del petrolio, in questo caso - oppure rollare le loro posizioni su un contratto successivo.
Di solito questo processo è relativamente semplice e veloce, ma non in questo caso, in quanto vi sono pochissime controparti disposte ad acquisire il petrolio con l’hub di Cushing che si sta riempiendo molto velocemente (proprio presso l’hub di Cushing viene preso in consegna e poi distribuito agli acquirenti il WTI).
“Lo spazio di stoccaggio è troppo pieno e gli speculatori non comprano questo contratto e le raffinerie stanno lavorando a ritmo ridotto a causa del coronavirus. Le speranze che questa situazione cambi in 24 ore sono decisamente poche…” (Phil Flynn, analista presso Price Futures Group).
I prezzi sono ormai da tempo sottoposti ad enorme pressione dal surplus dilagante ed in continuo aumento, e, al fine di arginare la caduta dei prezzi, Arabia Saudita, Russia ed altri produttori hanno concordato un nuovo taglio alla produzione che verrà implementato a partire da maggio: la risposta del mercato è stata negativa - sostanzialmente si ritiene che il taglio non sia in grado di compensare il crollo della domanda - ed ora l’Arabia Saudita afferma che è in corso la valutazione di un intervento a mercato prima della data di partenza fissata, per l’appunto, nella giornata del 1° maggio 2020.
I prezzi del Brent sono crollati di circa il 60% dall'inizio dell'anno, mentre i future sul greggio degli Stati Unitihanno fatto nettamente peggio portando le quotazioni al di sotto del livello di pareggio di cui necessitano la maggior parte dei produttori shale: tutto questo si è tradotto in una riduzione delle attività di perforazione ed in drastici tagli alla spesa.
Economia globale in difficoltà
Ad esercitare pressione sui prezzi del petrolio sono anche i dati macroecnomici globali molto deboli: l’economia tedesca è in grave recessione e è improbabile che la ripresa sia rapida poiché le restrizioni relative al coronavirus potrebbero rimanere in vigore per un lungo periodo, ha affermato la Bundesbank, e non vanno meglio le cose in Giappone, dove le esportazioni verso gli USA sono scese al ritmo più basso dal 2011.