Riteniamo che gli etf siano la più grande invenzione del mondo finanziario. In questo blog sottolineiamo spesso che investire in etf, in sostituzione dei più vecchi costosi fondi comuni, rappresenta un indubbio vantaggio soprattutto per i piccoli investitori.
Per poter realizzare investimenti vincenti è però necessario saperli gestire consapevolmente. Oggi chiariamo il concetto di liquidità degli etf e come si misura il rischio liquidità di un etf. Uno degli aspetti più controversi del mondo degli etf.
Non è raro confrontarsi con delle definizioni poco chiare o addirittura sbagliate. Per questo ti consiglio di metterti comodo e di comprendere una volta per tutte il vero significato di “liquidità etf”. I tuoi risparmi ti ringrazieranno!
Il termine etf che è l’acronimo tradotto in italiano di “fondo scambiabile come un’azione“, fa si che la maggior parte degli investitori valuti erroneamente la liquidità di un etf limitandosi a considerare, come per le azioni/obbligazioni, il volume di scambio giornaliero che avviene sul mercato.
Sebbene tra gli etf e le azioni esistono diversi punti in comune, uno tra tutti, la possibilità di scambiarlo sul mercato direttamente ed istantaneamente durante le ore di contrattazione, la liquidità di questi strumenti si misura in maniera diversa.
Liquidità etf: non si misura come quella delle azioni!
Se la tua attenzione è stata catturata da questo articolo sai benissimo che il concetto di “liquidità” di uno strumento finanziario è un fattore da non trascurare nelle scelte di investimento.
Un’attività finanziaria liquida è caratterizzata da un elevato volume di scambio su base giornaliera. Per cui uno strumento finanziario liquido è da preferire in quanto consente un agevole scambio dello stesso sul mercato.
Perché?
Il ragionamento è semplice: se ogni giorno sul mercato quel titolo viene scambiato un numero elevato di volte, la possibilità di trovare qualcuno disposto ad acquistare o vendere quel titolo è molto elevata.
Al contrario un titolo poco scambiato aumenta il rischio di non trovare nessuno interessato ad acquistarlo o venderlo!
Al contrario un titolo poco scambiato aumenta il rischio di non trovare nessuno interessato ad acquistarlo o venderlo!
A titolo di esempio, le azioni Enel sono molto liquide in quanto ogni giorno sul mercato vengono scambiate un numero considerevole di azioni. Il rischio, specie per un piccolo risparmiatore come te, di rimanere con “il cerino in mano” è praticamente inesistente.
Diverso è il discorso per molte società a bassa capitalizzazione, come quelle presenti nell’indice ftse small cap, per le quali spesso i volumi sono molto ridotti.
Nel caso degli etf la misurazione del grado di liquidità è meno diretta. Scopriamo, quindi da cosa dipende!
Liquidità etf: ecco da cosa dipende!
Come ti anticipavo prima, molti investitori nel valutare la liquidità di un etf considerano al pari delle azioni, il volume di negoziazione giornaliero ed in più il totale delle masse gestite (AUM). Quest’ultimo dato ci fornisce un’indicazione sulla grandezza del fondo e quindi sul numero di etf creati dal gestore.
In realtà questi dati, se non ben interpretati potrebbero indurti a conclusioni sbagliate. Un etf che ha un elevato volume di negoziazione e presenta al contempo un elevato volume di masse gestite, è, salvo casi particolari, sicuramente liquido. Tuttavia non è necessariamente vero il contrario.
Un etf, anche con un volume di negoziazione basso e una massa gestita modesta (spesso accade per gli etf “nati” da poco) può garantire un’ottima liquidità.
Nel grafico sottostante puoi vedere come pur variando considerevolmente il volume e la massa gestita, il prezzo non ha subito nessuna oscillazione importante.
Questo aspetto è la differenza sostanziale che esiste tra le azioni e gli etf. E deve esserti ben chiaro!
Questo è possibile grazie al particolare meccanismo di creazione e riscatto degli etf e alla partecipazione al mercato di partecipanti autorizzati (PA).
Non entriamo nei tecnicismi, che sono anche abbastanza complessi. E’ però importante che tu sappia che grazie alla logica di funzionamento degli etf, anche in presenza di un book di negoziazione “spoglio”, non vi è rischio liquidità, in quanto può essere comunque garantita la possibilità di scambiare consistenti quote di etf senza variazioni significative di prezzo e senza quindi che ti
Gli etf sono infatti fondi aperti, per cui il numero di quote dell’etf variare giornalmente in base alle esigenze del mercato.
Ciò che effettivamente può influenzare la liquidità di un etf è la disponibilità del sottostante. Questo significa quindi che se l’etf replica un benchmark di azioni a bassa capitalizzazione, allora è effettivamente possibile che non vi siano quote sufficienti per soddisfare quell’ordine e che tu sia esposto al rischio liquidità!
Rischio liquidità etf: basso volume di negoziazione e limitate masse gestite non sono necessariamente sinonimo di “pericolo”!
Ora, sull’argomento, liquidità e rischio liquidità etf, hai una competenza superiore al 98% degli investitori e quasi più del 50% di chi lavora con glie etf per professione!
Ancora oggi, molti consulenti associano erroneamente la liquidità di un etf al volume di negoziazione e masse gestite.
Ma…allora…..Nella scelta di un etf non ha alcun senso valutare il volume di negoziazione o le masse gestite?
Se da un lato queste informazioni ti dicono poco in termini di liquidità etf, non vanno nemmeno del tutto trascurate!
Gli etf con un buon volumi di scambio permettono ai gestori di godere di economie di scala. Questo significa che di solito sono più economici in termini di costi di gestione annui e gli spread tra denaro-lettera più contenuti.
Inoltre gli etf maggiormente scambiati sono meno esposti al rischio chiusura (liquidazione etf). Di questo ultimo aspetto ne parleremo in un articolo dedicato.
Liquidità etf: conclusioni
Per investire al meglio sugli etf segui questi due semplici consigli:
- Se hai a disposizione più etf simili tra cui scegliere, privilegia quelli ad alto volume e buone masse gestite, in quanto generalmente offrono costi più bassi e spread più contenuti.
- Se la tua strategia di investimento prevede l’acquisto di etf di “nicchia” che replicano benchmark di determinati settori, o di azioni a minor capitalizzazione, in teoria potrebbero crearti problemi in termini di rischio liquidità.
E’ buona norma, in questi casi fare riferimento alla composizione del book di negoziazione, acquistando nel momento in cui visualizzi buoni volumi e spread accettabili.
Quello che devi stamparti bene in testa è che il rischio di liquidità di un etf non si misura leggendo il book di negoziazione, volumi scambiati e masse gestite ma analizzando il sottostante.
In termini di liquidità effettivamente gli etf non sono molto trasparenti in quanto bisognerebbe conoscere bene le caratteristiche del sottostante.
Se non hai tempo e voglia di selezionare i migliori etf ti consiglio di dare un’occhiata qui! Non resterai deluso! 😉
Buon investimento!
Nessun commento:
Posta un commento